Palazzi e Monumenti di Lendinara
Palazzo Pretorio
Si tratta di uno dei più antichi edifici estensi nel Polesine, esso infatti risale alla fine del Trecento. Nacque come castello, sede civile e militare dell'autorità estense, in un primo tempo, ed in seguito veneziana. È costituito dalla torre Maistra, alta 25 metri, e da un edificio più basso dotato di merli e di un grande portale. Venne utilizzato in tempi più recenti come carcere, tanto da essere spesso chiamato dai cittadini col termine “'e presón”. All'interno, in quella che probabilmente era la cappella del palazzo, si trova un affresco raffigurante la Madonna in trono col Bambino (1509) attribuito a Boccaccio Boccaccini. Vi dipinse pure l'Aldiverti, all'inizio del XVII secolo.
Palazzo Comunale
Eretto anch'esso dagli estensi nel XIV sec., è sede del Municipio di Lendinara. La facciata in laterizio è divisa in due piani: quello inferiore consiste in un porticato ad arcate sorrette da colonne di marmo mentre il piano superiore è scandito da quattro finestre rettangolari. Tra le due finestre centrali è collocata una nicchia con una statua della Madonna col Bambino (1618) che riprende il simulacro della Beata Vergine del Pilastrello. Nel Seicento al Palazzo Comunale venne annesso l'adiacente edificio del Monte di Pietà del 1501. All'interno del palazzo si trova la “sala canoziana” nella quale si può ammirare la grata monacale lignea ad intaglio e traforo (1447 ca.) realizzata in stile gotico dai celebri fratelli lendinaresi Lorenzo e Cristoforo Canozi. Nella sala si trova anche l'interessante carta topografica di Lendinara di Gaspare Mazzante, risalente al 1690. Al piano inferiore si trova lo storico Caffè Maggiore che dà sulla loggia del Palazzo.
Torre dell'Orologio
Anticamente questa torre era una delle entrate della città-castello. Venne trasformata in torre campanaria e dotata di un grande orologio solo nel Seicento. È caratterizzara da una struttura quadrangolare, divisa in quattro piani ed è munita di merli. La porta è realizzata con un arco a sesto acuto.
Palazzo Ca' Dolfin-Marchiori e giardino romantico
Edificato nel Cinquecento, forse su progetto di Vincenzo Scamozzi, allievo del Palladio, è dotato di un ampio parco in stile romantico sul retro, nato dall'inventiva di Domenico Marchiori, pittore e poeta. Entrambe le facciate dell'edificio sono caratterizzate dalla presenza di numerose finestre architravate e a tutto sesto. È presente inoltre un elegante poggiolo a balaustra dal quale si affacciò Giuseppe Garibaldi per parlare alla folla nel 1866. Ma il palazzo annovera tra i suoi ospiti illustri anche il poeta Umberto Saba. Il parco è caratterizzato da una serie di canali, laghetti ed edifici in stile eclettico con riferimenti fantastici a realtà lontane. Ogni anno vengono organizzate visite guidate nel parco e sono state fatte anche delle escursioni naturalistiche notturne per conoscere la fauna del luogo. Il grande giardino infatti ospita lucciole, picchi, pipistrelli, upupe, martin pescatori, nitticore e aironi cinerini.
Palazzo Malmignati-Boldrin
Realizzato in stile ferrarese nella prima metà del XVI sec. per volere del cavaliere della Serenissima Vincenzo Malmignati, oggi è sede della Biblioteca Comunale, fondata nel 1787. È alle porte la trasformazione del palazzo nella Cittadella della Cultura che comprenderà oltre alla Biblioteca Comunale il Museo del Risorgimento. La facciata semplice e lineare, è organizzata in due ordini: il registro inferiore è caratterizzato da un alto zoccolo e da un grande portale ad arco sormontato dallo stemma della famiglia. L'ordine superiore viene delimitato da un cornicione dentellato e da una cornice marcapiano ed è caratterizzato dalla presenza di una classica loggia in marmo con poggiolo a balaustra, da un elegante trifora e da un cornicione in cotto. Un tempo la facciata era decorata anche da affreschi probabilmente dello Zelotti, che però oggi appaiono molto degradati.
Teatro Ballarin
Costruito nel XV sec. dagli Estensi, inizialmente era un deposito di vettovaglie. Veniva, infatti, chiamato “granaron” dalla popolazione. Solo nell'Ottocento venne ristrutturato e trasformato in teatro secondo il progetto di Antonio Foschini, architetto autore anche del teatro comunale di Ferrara. Dopo anni di abbandono e il rischio di essere abbattuto, negli ultimi anni è stato ristrutturato completamente ed oggi si presenta con tutta la sua eleganza nella suggestiva piazzetta in riva al fiume.
Palazzo Malmignati
Collocato lungo la riviera destra del fiume Adigetto, venne fatto edificare nel settecento dalla nobile famiglia ferrarese dei Malmignati. La facciata principale è scandita da cornici marcapiano in cotto e da molte finestre architravate disposte in modo simmetrico sui vari piani. Sul tetto è possibile notare quattro eleganti camini settecenteschi dotati di cupola in marmo. All'interno del palazzo, a pianta rettangolare, si trovano grandiosi saloni. Originariamente il palazzo e le adiacenze erano circondati da mura. Il giardino all'italiana ora si presenta con quattro aiuole verdi con al centro uno specchio d'acqua.
Palazzo Perolari-Malmignati
Si affaccia da destra sull'Adigetto anche Palazzo Perolari-Malmignati. Questo palazzo, di tipologia ferrarese, risale al XVI sec.. Dal 1923 è di proprietà del Comune al quale venne donato insieme al ricco archivio privato che conteneva. È caratterizzato da una facciata imponente dotata di un alto portone ad arco delimitato da bugnato in rilievo e pietra d'Istria, che si stacca dalle ali laterali in laterizio. La facciata posteriore, invece, è completamente in laterizio e si presenta più articolata. Vi si colloca un portale a tutto sesto sormontato da tre aperture centrali con poggiolo tra due finestre architravate. Oggi è sede di varie associazioni e in quello che era il terreno retrostante la villa si trovano gli impianti sportivi di Lendinara.
Casa dei Mario
In via del Santuario si trova la casa dove visse e morì Alberto Mario. Sulla facciata si trova una lapide che lo ricorda ed una seconda con un medaglione in bronzo, opera del melarese Policronio Carletti, che testimonia la generosità di Jessie White nel donare alla Società Operaia Maschile di Mutuo Soccorso il brolo di casa Mario al fine di costruire le prime case operaie.
MONUMENTI
Monumento a San Francesco d'Assisi
Monumento a Lorenzo Canozi
Monumento a Giuseppe Garibaldi
Monumento ad Alberto Mario
Monumento a Giuseppe Marchiori
Cippo a Mons. Ennio Giusberti
Monumento al donatore di sangue
Monumento "Il fucilato" dedicato ai Caduti della Resistenza
Cippo al mutilato e invalido di tutte le guerre
Monumento ai caduti di Nasiriyya
Monumento ai bersaglieri