Dal ponte della stazione in direzione nord, sul lato sinistro dell’Adigetto, dopo 3 Km troviamo le località di Rasa, Ramodipalo e Sabbioni.
Rasa è l'antica Raxia che Mario Sanudo il giovane (che è vissuto 1461-1535) nel suo itinerario descrive: "allietata da campi feraci e da boschi di salici".
Rasa era soggetta alla Abbazia della Vangadizza, situata a Badia Polesine; c'è un documento che parla dei possedimenti dell'Abbazia che arrivavano a Rasa, Villafora e Cavazzana.
Dopo la rotta dell’Adige dell’anno 1000 che diede origine all’Adigetto, nel 1152 ci fu la rotta del Po, le cui acque vennero a fermarsi nell'Adigetto. A questa terra perciò si dette il nome di Ramo del Po, dal quale si ricava Ramo di Palo.
Si ha notizia che nell'anno 1122 quando il Papa Alessandro III° regnava, si sia steso un documento nel quale si diceva che tutto il territorio a destra dell'Adigetto era denominato Ramo di Palo.
A Sabbioni troviamo l'antichissima cappella di San Gaetano che è stata ricostruita nel 1940.
Rasa
Chiesa di S. Andrea Apostolo
I primi riferimenti alla chiesa di S. Andrea Apostolo li troviamo fra gli scritti che nel 1177 attribuivano la chiesa fra i beni riconosciuti all’Abate Isacco, da Papa Alessandro III.
La chiesa fu costruita dai Camoldolesi, che operarono in quel periodo un disboscamento, cioè l’opera di “Rasare” gli alberi (da qui il nome Rasa. ricordato per la prima volta nel 1273), e dipese da essi fino al 1792.
La prima chiesa risultava senza campanile e a croce greca con unica navata. La ricostruzione risale al seicento, come si deduce dal tipo di altari e dalla tela con S. Andrea realizzata in quel periodo, ma soprattutto da una lapide che ricorda che la consacrazione della chiesa, avvenne il 12 giugno 1676.
L’attuale struttura, a croce latina, è frutto di vari interventi che iniziarono nei primi anni dell’Ottocento, e man mano modificata fino ai primi anni del Novecento. Infatti il pavimento fu realizzato nel 1815. La chiesa venne in seguito ampliata con l’aggiunta al corpo centrale delle due navate laterali e con conseguente inglobamento della torre campanaria.
Nel 1896 fu innalzata la navata centrale con l’apertura delle quattro finestre a forma di lunetta.
Nel 1900 fu ricostruito un nuovo pavimento in marmo di Verona, e negli anni tra il 1903-1904 fu costruita la balaustra dell’altare maggiore e fu dotata di un nuovo organo.
Il nuovo altare di S. Andrea risale al 1904. Esso accoglie la statua di S. Andrea, realizzata da Rosa Zanario di Roma, nel 1924 fu modificato e in seguito abbellito con una tela del pittore Nino Bertocchi di Bologna.
Nel 1916 venne eretta la cappella dedicata alla Beata Vergine del Carmine.
Le decorazioni pittoriche della cappella furono opera di Angelo Brunetta di Padova. Allo stesso periodo, risale anche l’erezione della cappella delle Anime del Purgatorio.
Ramodipalo
Villa Zerbinati
Di origine del ‘500, la casa padronale ha subito nel corso dei secoli diversi interventi di ristrutturazione.
Il corpo centrale si sviluppa su due piani con sottotetto sovrastato da frontone triangolare. Al piano nobile compaiono tre finestre ad arco a pieno centro e le tre aperture modanate del sottotetto.
L’intervento di manomissione degli ambienti, ridotti in locali più piccoli, risale al 1922.
Chiesa di San Giacomo
Dedicata a S. Giacomo, la chiesa esiste da vari secoli, anche se è difficile risalire alla data precisa della fondazione.
Si nomina la zona col nome di Ramodipalo fin dall’anno 930-961 ed esiste fino al 1473 un S. Andrea di Ramodipalo.
Solamente nel 1473, con la visita pastorale del De Gottis, Monsignor Flavio Peretto la descrive come una chiesa piccola ad unica navata.
Nel 1734 il Vescovo Giovanni Soffitti, la descrive invece come una chiesa ampia, con coro dietro l’altare maggiore, due belle cantorie per organo e cantori ed un campanile del 1666.
La chiesa di San Giacomo, così come oggi la vediamo, è frutto del rinnovamento della costruzione avvenuto agli inizi del ‘900 su disegni dell’Ing. Pietro Zerbini, inaugurata il 30 Ottobre 1904 e consacrata il 13novembre 1927.
Il 24 Giugno 1993, a causa di un tornado, il campanile è crollato distruggendo completamente tutto il presbiterio dell’adiacente chiesa, squarciandola e demolendola dall’arco trionfale in poi.
La ricostruzione è stata pronta e nel giro di pochi anni completata.
La facciata della chiesa è in mattoni a vista e di stile eclettico romano - gotico - rinascimentale e non lascia trasparire all‘esterno la tripartizione interna.
L’interno è a pianta longitudinale, di tipo basilicale, suddiviso in tre navate: quella centrale più alta e più ampia e le laterali più piccole.
L’opera del pittore veneziano G. G. Gasparini è andata per la maggior parte perduta, tranne i dipinti del soffitto della navata centrale, ove sono raffigurati tre episodi della vita di S Giacomo Apostolo: la chiamata, il martirio e la glorificazione.
Sulle pareti della tribuna sono conservati due affreschi eseguiti nel 1 927 dal veronese Ferruccio Martinelli.
Sul primo altare a destra si trova la pala della Madonna del Rosario, proveniente dalla precedente chiesa, ritenuta opera del pittore lendinarese Gianbattista Albrizzi (1656).
Chiesa di San Gaetano
A Sabbioni troviamo l'antichissima cappella di San Gaetano che è stata ricostruita nel 1940.