Storia moderna
Evoluzione della provincia di Rovigo dal 1484 ad oggi; in giallo le terre che nel 1484 passarono alla Serenissima dopo la pace di Bagnolo e formarono il territorio del Polesine nei Domini di Terraferma; in rosso le terre che nel 1815 passarono dallo Stato Pontificio al Regno Lombardo-Veneto e furono aggregate al Polesine per formare la Provincia di Rovigo; in verdastro le terre che sempre nel 1815 passarono dallo Stato Pontificio al Regno Lombardo-Veneto, ma furono inizialmente aggregate alla provincia di Venezia; in verde e verdastro le terre che nel 1851 passarono dalla provincia di Venezia a quella di Rovigo.
La guerra terminò con la pace di Bagnolo, a seguito della quale il Polesine di Rovigo (ossia la zona compresa tra Adige e Tartaro-Canalbianco) passò sotto Venezia; anche se geograficamente non ne facevano parte, al Polesine di Rovigo furono aggregate Polesella, Guarda Veneta e Adria a costituire il territorio del Polesine nei Domini di Terraferma della Serenissima, diviso in quattro reggimenti. Il resto del territorio della Contea rimase agli Estensi e comprendeva la cosiddetta Transpadana Ferrarese; rimase agli Estensi anche l'Isola di Ariano. L'unità del territorio dell'antica Contea venne mantenuta all'interno della diocesi di Adria, che allora dipendeva dall'arcidiocesi di Ravenna, mentre l'attuale basso Polesine (Loreo, Rosolina, Porto Viro, Taglio di Po, Porto Tolle) continuò a dipendere dalla diocesi di Chioggia e rimase nel territorio del Dogado.
Durante la guerra della Lega Santa del 1508-1516, gli Estensi tornarono per un breve periodo a governare sul Polesine di Rovigo, ma al termine della guerra i confini tornarono quelli del 1484.
Ben più accortamente degli Estensi, i Veneziani diedero presto avvio ad una politica di sfruttamento intensivo e continuo delle già esauste risorse del territorio, depauperando in modo consistente e crudele terre già compromesse, impedendo di fatto uno sviluppo economico e sociale ed eliminando sul nascere ogni condizione indispensabile per un'effettiva autonomia. Si trattò di una colonizzazione spietata, sempre più avida e soffocante con il trascorrere degli anni e l'esaurirsi delle ricchezze naturali.[senza fonte]
Tra il 1600 e il 1604 la Repubblica di Venezia, nonostante le rimostranze dello Stato Pontificio, deviò verso sud il tratto finale del corso del Po, tramite l'opera che passo alla storia come "Taglio di Porto Viro". Questa fu l'ultima variazione rilevante nell'idrografia del territorio.
Con il Trattato di Campoformio del 1797 il territorio del Polesine fu ceduto all'Austria seguendo le sorti della Serenissima. Il confine con la Repubblica Cisalpina appena costituita venne leggermente modificato e posto sul Tartaro-Canalbianco fino alla Fossa Polesella e posto sul Po da questa fino al mare, seguendo il ramo chiamato nel trattato "il Po Grande". Dal 1802 al 1813 il confine venne spostato sull'Adige e di conseguenza il Polesine entrò a far parte della Repubblica Italiana, trasformata nel 1805 in Regno d'Italia. Il territorio faceva parte del Dipartimento del Basso Po, che comprendeva anche l'attuale Provincia di Ravenna.