Santuario del Pilastrello - LENDINARA: UNA CITTÁ DEDICATA ALLA MADONNA

beataverginedelpilastrelloIl legame tra la città di Lendinara e la Madonna ha radici antiche.
Il 9 maggio 1509 accadde un fatto straordinario. Dopo una nottata di vento e di pioggia la statua della Madonna, che Giovanni Borezzo aveva posto in una nicchia sulla facciata della sua casa, fu ritrovata in una siepe di sua proprietà, sfolgorante di luce. Per permettere l'adorazione dei fedeli che, da subito, considerarono miracoloso l'avvenimento, Lorenzo Malmignati, noto giurisperito lendinarese, fece costruire a sue spese un capitello con altare dove fu collocato il simulacro.
Settant'anni più avanti il secondo determinante evento. Avvenne nella primavera del 1576. Lodovico Borezzo (ancora dunque un Borezzo) volle restaurare il capitello su cui era posta la venerata statuetta. Ma ogniqualvolta i muratori attingevano acqua da una fonte vicina per stemperare la calce, essa da chiara e limpida diveniva di color sangue.

   L'accaduto produsse grande impressione. Correva un anno difficile per Lendinara tormentata da una calamitosa pestilenza. Lo straordinario fenomeno si ripeté al termine di una processione propiziatoria per le vie cittadine. Ad esso fecero corona numerosi altri fatti miracolosi connessi all'acqua sgorgante dalla fonte.

   Il 3 maggio 1577 il Consiglio di Lendinara propose, previa approvazione del Vescovo, di costruire un tempio come concreto ringraziamento per le grazie ottenute. L'autorizzazione ecclesiastica arrivò sei giorni dopo, proprio nell'anniversario della prima manifestazione della Madonna (9 maggio). Nello stesso anno prese avvio il processo canonico sui miracoli della Beata Vergine del Pilastrello che permise di constatare la veridicità delle guarigioni, dando così il via all'erezione del santuario. Il 26 agosto 1577 si pose la prima pietra della chiesa con messa in duomo e processione guidata dal vescovo diocesano mons. Giulio Canani.

   Cinque commissari nominati annualmente dalla municipalità avevano il compito di proteggere e tutelare il luogo e raccogliere le elemosine che arrivavano copiose. Nel 1579 i lavori relativi alla costruzione della chiesa furono ultimati e il 16 maggio di quell'anno il simulacro della Madonna venne trasportato dal capitello al nuovo tempio con una solenne processione, ed esposto sopra un altare di marmo dal vescovo Canani. Nel 1584 il tempio fu consacrato e intitolato alla Natività di Maria, festa liturgica che ricorre l'8 settembre, maggiore solennità della congregazione olivetana, e da allora in poi della città.
basilicaantica   Il 10 febbraio 1595 il Consiglio Comunale con pubblico decreto consacrò Lendinara e il territorio alla Beata Vergine, chiedendone la protezione. Si stabilì inoltre che il 16 maggio, giorno del trasporto della statua della Madonna, si celebrasse ogni anno una solenne Santa Messa e una processione dal capitello alla chiesa (ultimata nel 1579): La Repubblica Veneta, nello stesso anno, acconsentì che venisse posto nello stemma civico l'effigie della Madonna sopra la torre destra del castello merlato, mentre il leone di S. Marco fu collocato sopra la torre di sinistra. La Vergine è simbolo ancora oggi presente nello stendardo della città di Lendinara.

   Alle cadenze secolari del 1695, 1795, 1895, 1995 fu rinnovata con solenne cerimonia la dedicazione della città alla Madonna, segno di una devozione profonda verso la presenza vivificatrice della Beata Vergine.

   Contemporaneamente all'inizio dei lavori per la costruzione del tempio si dovette affrontare il problema relativo a chi affidare l'officiatura del luogo sacro. Con la mediazione di don Teofilo Malmignati, monaco olivetano di origini lendinaresi, il consiglio deliberò nel 1578 che il «pio e miracoloso luogo insieme con la chiesa sia liberamente concesso alla congregazione di S. Benedetto di Monte Oliveto». La scelta fu dettata da molte motivazioni quali la presenza dell'ordine in Polesine (a Rovigo nel monastero di S. Bartolomeo), ma soprattutto la particolare devozione degli olivetani per la Madonna. Il Definitorio maggiore della Congregazione accettò l'oblazione della chiesa e quattro benedettini olivetani entrarono in Lendinara il 7 settembre 1578. Fin dall'inizio i monaci divennero una guida e un conforto per la popolazione e i pellegrini e il santuario «la più cara gemma» di Lendinara.