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Santuario del Pilastrello - LA MADONNA NERA DEL PILASTRELLO
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Il simulacro della Madonna è alto poco più di 30 centimetri. Originariamente era ottenuto da un unico pezzo di legno d'ulivo, di colore scuro quindi, da cui la nomèa di Madonna Nera con cui la Vergine di Lendinara prese ad essere chiamata.
Raffigura la Vergine come Madre e Regina, seduta in trono, con la corona in capo mentre tiene in braccio il Bambino Gesù pure incoronato e in atto di benedire come Maria. Già dal 1576 appariva vestita in segno di onore anche per nascondere il rustico incavo che la statuetta aveva dalle spalle alla base del trono.
La Madonna di Lendinara è comunemente conosciuta come Madonna del Pilastrello.
Documentariamente questa intitolazione compare nel 1577, anno di inizio della costruzione del santuario. Il terminepilastrello ha avuto diverse interpretazioni: chi lo considera nome derivato dal dialetto veneto e usato per indicare il capitello; chi, invece, pensa che la statua della Madonna sia stata posta su una colonna (pilastrello) prima della traslazione nella chiesa o che il nome indicasse genericamente una base di appoggio della statua per meglio mostrarla ai fedeli.
La tesi più accreditata, comunque, fa derivare pilastrello dalla lingua spagnola in quanto a Lendinara all'inizio del '500 soggiornavano diversi soldati spagnoli impegnati militarmente nella Lega Santa e nella Lega di Cambrai e che potessero averla chiamata in questo modo ravvisando nella Madonna di Lendinara diverse analogie con la Madonna del Pilar di Saragozza, già patrona della Spagna. Ad avvalorare ulteriormente questa ipotesi c'è l'approvazione che la Santa Sede fece di una messa propria della Madonna di Lendinara, suggerendo di seguire quella per la Madonna di Saragozza.
Il 4 settembre 1981 ignoti malviventi rubarono la statuetta della Vergine che non fu più ritrovata. Fu sostituita con una nuova immagine della Madonna in legno di cirmolo, simile alla precedente, realizzata dallo scultore gardenese Ferdinando Prinoth.
Venne benedetta nell'udienza generale del 30 dicembre 1981 dal Papa Giovanni Paolo II e collocata, durante una solenne cerimonia celebrata dal vescovo di Adria-Rovigo Mons. Giovanni Sartori, il 1° gennaio 1982, nella abituale nicchia, dove ancor oggi si trova. Al centro dell'arco maggiore di volta nella navata centrale, in caratteri dorati e maiuscoli, è scritto il titolo di «Lendinariensum Thesaurus».
Raffigura la Vergine come Madre e Regina, seduta in trono, con la corona in capo mentre tiene in braccio il Bambino Gesù pure incoronato e in atto di benedire come Maria. Già dal 1576 appariva vestita in segno di onore anche per nascondere il rustico incavo che la statuetta aveva dalle spalle alla base del trono.
La Madonna di Lendinara è comunemente conosciuta come Madonna del Pilastrello.
Documentariamente questa intitolazione compare nel 1577, anno di inizio della costruzione del santuario. Il terminepilastrello ha avuto diverse interpretazioni: chi lo considera nome derivato dal dialetto veneto e usato per indicare il capitello; chi, invece, pensa che la statua della Madonna sia stata posta su una colonna (pilastrello) prima della traslazione nella chiesa o che il nome indicasse genericamente una base di appoggio della statua per meglio mostrarla ai fedeli.
La tesi più accreditata, comunque, fa derivare pilastrello dalla lingua spagnola in quanto a Lendinara all'inizio del '500 soggiornavano diversi soldati spagnoli impegnati militarmente nella Lega Santa e nella Lega di Cambrai e che potessero averla chiamata in questo modo ravvisando nella Madonna di Lendinara diverse analogie con la Madonna del Pilar di Saragozza, già patrona della Spagna. Ad avvalorare ulteriormente questa ipotesi c'è l'approvazione che la Santa Sede fece di una messa propria della Madonna di Lendinara, suggerendo di seguire quella per la Madonna di Saragozza.
Il 4 settembre 1981 ignoti malviventi rubarono la statuetta della Vergine che non fu più ritrovata. Fu sostituita con una nuova immagine della Madonna in legno di cirmolo, simile alla precedente, realizzata dallo scultore gardenese Ferdinando Prinoth.
Venne benedetta nell'udienza generale del 30 dicembre 1981 dal Papa Giovanni Paolo II e collocata, durante una solenne cerimonia celebrata dal vescovo di Adria-Rovigo Mons. Giovanni Sartori, il 1° gennaio 1982, nella abituale nicchia, dove ancor oggi si trova. Al centro dell'arco maggiore di volta nella navata centrale, in caratteri dorati e maiuscoli, è scritto il titolo di «Lendinariensum Thesaurus».