Santuario del Pilastrello - GLI EX-VOTO

 
Gli ex-voto sono le pubbliche testimonianze della potenza dei protettori celesti che i fedeli hanno portato dal Santuario mariano come ricordo imperituro della loro riconoscenza per le grazie ricevute dal Signore per mezzo dell'intercessione della Madonna.

   Il Santuario stesso è il primo vero ex-voto, in quanto voluto dalla comunità di Lendinara in onore della Vergine.

   Dopo l'erezione del Santuario numerose furono le donazioni di altari, suppellettili per il culto, immagini di metallo e cera; moltissime furono le raffigurazioni votive dipinte su tavola e poi su tela, così come moltissimi furono gli oggetti più svariati di valore ornamentale lasciati in segno di riconoscenza o di propiziazione.

   La prima solenne incoronazione della Vergine avvenuta nel 1695 rappresentò un ulteriore atto di devozione votiva della comunità di Lendinara, scampata ai pericoli della peste, alle inondazioni dell'Adige, ai terremoti. In tale occasione, poiché vennero apportate delle innovazioni all'interno del Santuario, furono tolte dalle pareti innumerevoli tavolette dipinte, grucce, bastoni, busti di legno, ritratti di gambe, cosce o altre membra risanate, fasce e bende, armi degli illesi da ferite, ciocche e trecce tagliate.

   I voti furono sostituiti dalle grandi tele del Celesti, del Mosca, del Trevisani, raffiguranti i principali prodigi attuatisi per intercessione della Madonna. Nel 1797, con l'arrivo degli eserciti giacobini, quasi tutta l'argenteria del Santuario venne requisita. Negli anni successivi la devozione dei fedeli e gli atti di ringraziamento ricostituirono un notevolissimo numero di ex-voto.

   Il Santuario e precisamente il Presbiterio che conserva il Sacro Simulacro e la Cappella del Bagno sono i luoghi dove vennero portati, conservati ed esposti gli ex-voto, quali quadri, quadri con cuori, cuori d'argento, oggetti d'oro come anelli, collane, preziosi vari, foto. Per quanto riguarda le 47 tavolette votive rimaste, queste trovarono una sistemazione definitiva nel maggio del 1977. Da allora si trovano sistemate in 4 bacheche, due delle quali, poste in verticale ai lati dell'altare di Maria Bambina.

   Le tavolette votive sono attestazione di grazie, rese pubbliche in via figurativa, mediante una narrazione semplice in cui vengono riportati dei brevi racconti riconducibili alla narrazione popolare. Nella tavoletta votiva l'episodio viene narrato senza una precisa sequenza temporale che andrebbe ripartita almeno in quattro fasi successive; l'accadimento, la preghiera di aiuto, l'intercessione celeste, la lieta soluzione. La figura oggetto della grazia è rappresentata in atto di richiesta e nello stesso tempo in atto di ringraziamento e la conclusione della vicenda è per lo più implicita. Nessuna delle tavolette della residua raccolta del Santuario lendinarese reca la firma dell'autore. Generalmente l'intero spazio pittorico è diviso in due parti: nella parte inferiore è raffigurato il mondo terreno, mentre nella parte superiore viene rappresentato il mondo soprannaturale. La Madonna, non sempre la Vergine del Pilastrello, è posta sulla parte superiore della raffigurazione, generalmente all'angolo sinistro. La separazione tra il divino e il fatto materiale è ottenuta mediante una corona di nubi che circondano, ma nello stesso tempo allontanano, le sacre figure dal luogo dell'accadimento. Il rapporto è quindi contenuto nella sfera dello spirito e solo in qualche caso l'unione è rappresentata dai raggi luminosi, dallo scambio di sguardi o dal braccio alzato della Vergine, a volte in segno di benedizione, altre volte in segno di protezione.

   Dal 1695 la Vergine è raffigurata con un manto, prevalentemente bianco o azzurro e con la corona, a volte entrambi sostenuti da angioletti.

   Sospesa nell'aria, nella luce o tra le nuvole, è spesso affiancata da uno o più santi che con la Madonna intercedono presso Dio. S. Antonio da Padova, ma compaiono in alcune tavolette anche S. Antonio Abate e S. Domenico.

   A cominciare dalla metà del '600 vengono aggiunte le anime del purgatorio in alcune delle tavolette dove si rappresenta un ammalato sul letto di morte (n° 15 e n° 18). Le anime del purgatorio appaiono al di sotto delle figure celesti ed, avvolte nel fuoco purificatore, si uniscono alle suppliche del fedele.

  In alcune tavolette la rappresentazione figurata è accompagnata da una didascalia dove vengono dichiarati la data del fatto, il nome del miracolo, la sigla «P.G.R.» e a volte viene riferita la descrizione degli eventi.

   Il generale le tavolette votive del Santuario sono dipinte su legno, anche se la raccolta ne presenta una dipinta su tela, raffigurante il ribaltamento di una carrozza lungo il fiume Adige (n° 44) e una dipinta su lamina di ferro, la cui lettura, proprio per la corrosione del materiale, risulta assai difficile (n° 47).

   Le tavolette sono per lo più dipinte a tempera, molte volte senza alcuno strato di preparazione, oppure su una imprimitura di gesso e colla. Venivano infisse alla parete con un chiodo passante attraverso un foro centrale posto sulla parte superiore della tavoletta; un altro foro simmetrico sulla parte inferiore consentiva di appendere al di sotto, con una corda, una seconda tavoletta.. Una delle tavolette (n° 11) è stata utilizzata come copertina di un vecchio corale come è testimoniato, oltre che dai diversi segni dell'antica rilegatura, anche dalla caratteristica scrittura gotica della frase paolina«Gaudete, iterum dico gaudete, modestia vestra nota sit omnibus hominibus».

   La maggior parte delle tavolette hanno o hanno avuto una cornice sovrapposta allo stesso piano della tavoletta; in alcuni casi la cornice è raffigurata da un'inquadratura a pennello costituita da una fascia di qualche centimetro di colore scuro lungo tutto il perimetro; una tavoletta (n° 20) ha una cornice intagliata a bassorilievo nello stesso supporto in legno.

   L'infortunistica è il tema maggiormente rappresentato, così come la malattia, le risse, gli assalti e gli agguati.

   Altro genere di ex-voto è costituito da quadri con lavorazioni, il più antico dei quali risale al 1843. Si tratta per lo più di lavori a ricamo i cui temi sono costituiti da decorazioni floreali, cuori, fiori, scritte, immagini, cucite anche in oro. I ricami sono realizzati su pergamena, seta, tela, velluto, lino.

   Tra gli ex-voto sono compresi dei quadri contenenti gli elenchi dei militari combattenti sul fronte dell'Eritrea, dell'Africa occidentale, della Spagna durante gli anni 1935 e 1945.

   Numerosi sono anche gli ex-voto personali di soldati che hanno lasciato un quadro con il loro nome o la loro foto.

   Molti dei preziosi lasciati dai fedeli sono stati fusi nel 1995 per realizzare le corone trafugate della Madonna e del Bambino.

   Un'altra categoria di ex- voto assai numerosa è costituita dai cuori d'argento, spesso racchiusi in cornici od accompagnati dalla foto, ora in parte raccolti in bacheche. Si tratta di lavorazioni di lamine d'argento modellate a forma di cuore (simbolicamente l'organo della vita, ma anche il luogo dei sentimenti più cari) donato alla Vergine come segno di amore eterno.

   Innumerevoli sono poi le fotografie singole o di gruppo che continuamente vengono lasciate presso l'Immagine della Vergine, così come lettere, biglietti da visita, foglietti moltissimi a benedizione, altri per devozione o a protezione, altri ancora «P.G.R.».

   Altri ex-voto sono costituiti da oggetti quali fucili e pistole scoppiati durante lo sparo senza aver provocato alcuna vittima; un frammento di bomba del bombardamento aereo americano su Arzarello di Lendinara che non ha provocato danni gravi né vittime avvenuto il 22 giugno 1942, grucce, bastoni, apparecchi ortopedici di persone che hanno goduto di una guarigione per intercessione della Vergine.