Santuario del Pilastrello - IL SECONDO ALTARE DELLA NAVATA SINISTRA

 
Superato il portale di accesso alla Cappella del Bagno, che reca l'iscrizione «Vade et lavate et recipiet sanitatem / caro tua atque mundaberis», ci troviamo nella cappella dedicata all'Ascensione. La tela, sull'altare marmoreo di Paolo Sartorelli (1802), ritrae l'Ascensione di Cristo (olio su tela, cm. 245 x 121) dipinta da Paolo Caliari detto ilVeronese (Verona 1528 - Venezia 1588) intorno al 1580.

   Il Cristo ascende al cielo circondato da angeli e cherubini. Nella parte inferiore gli apostoli lo osservano con stupore. In basso è ritratto, quasi fosse fuori campo, il committente a mezzo busto che indica l'avvenimento. Il committente è il cavaliere Vincenzo Malmignati, promotore della costruzione del Santuario, che avrebbe assegnato l'incarico all'artista nel 1579. L'uso dei colori accesi, la cui luminosità viene accentuata dalla luce proveniente dalla destra, attenuati attraverso l'uso del chiaroscuro - tipico del periodo più tardo dell'attività dell'artista - e l'ideazione dell'albero inclinato a sinistra (che crea instabilità alla scena supportata dalle espressioni stupite e dalle movenze degli apostoli) sono tipiche del Paolo Veronese del periodo controriformistico.

   Le statue in marmo di Carrara laterali alla pala d'altare sono state scolpite dal fiorentino David Sollazzini nel 1940. Raffigurano alla sinistra il Beato Bernardo Tolomei e alla destra S. Francesca Romana.

   Al di sotto della mensa una nicchia in vetro custodisce l'urna contenente le reliquie del corpo di S. Vincenzo, giovane soldato romano, prelevate dalle catacombe di Priscilla a Roma il 17 aprile 1806. Furono donate a don Francesco Antonio Baccari dal Vicario del Papa, il Cardinale Giulio de Somalia, il 28 aprile 1818 alla condizione che venissero esposte alla venerazione dei fedeli in una chiesa della città di Lendinara. Nel 1823 le reliquie vennero donate al Santuario mariano.

   Come per S. Emante anche le reliquie di S. Vincenzo furono rivestite e plasmate nella cera ad opera delle Adoratrici Perpetue del SS. Sacramento a Monza nel 1941.

   Nel pilastro tra le due cappelle l'iscrizione «D.O.M. / Divoque Antonio Patavino / Com. Aut. Presb. eiusque nepotes / Jo. Bapt.et Sil. fratres nepotes / jure patronatus / A.D. MDCCLXXXV».