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Santuario del Pilastrello - LA FACCIATA DELLA BASILICA
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La facciata venne realizzata nel 1805 su progetto didon Giacomo Baccari, autore della ristrutturazione che ha interessato l'intero complesso architettonico religioso, modificando la sua struttura preesistente con l'aggiunta delle navate laterali. Forte è il rimando allo stile rinascimentale, ma anche alla tradizione architettonica ferrarese, realtà culturale fortemente presente in tutto il Polesine.
Il fronte si articola su due ordini separati da una cornice marcapiano aggettante sulla quale è leggibile l'iscrizione«INDULGENZA PLENARIA QUOTIDIANA PERPETUA E MOLTISSIME ALTRE PER LI VIVI E PER LI MORTI». A coronamento della sommità un frontone triangolare classico raccordato all'ordine superiore da un'altra cornice marcapiano contente l'iscrizione «NATIVITAS TUA MARIA GAUDIUM ANUNTIAVIT UNIVERSO MUNDO».
Lesene d'ordine tuscanico scandiscono lo spazio in senso verticale. L'ordine inferiore è ritmato in cinque campate delimitate da sei lesene che poggiano su un alto stilobate in marmo rosso di Verona. A definizione delle campate, con esclusione della centrale, grandi arcate a tutto sesto in rilievo e impostate su basamento di marmo rosso di Verona.
Il portale d'ingresso è decorato da una cornice a diverse modanature e timpano triangolare superiore sostenuto da due mensole. Nel fregio marmoreo della trabeazione che sorregge il frontone un'iscrizione commemora la figura di Vincenzo Malmignati, commissario per l'erezione della Basilica mariana. Fu lo stesso Malmignati a ordinare la costruzione a sue spese del portale in pietra, la cui generosità venne ricordata anche dall'epigrafe.
Sopra, una lapide marmorea commemora la consacrazione del sacro tempio svoltasi con solenne celebrazione il 23 settembre 1584 dal vescovo Canani. Ai lati dell'ingresso principale, in corrispondenza delle navate laterali, due porte con cornice sagomata e architrave superiore sorretta da doppie mensole. Di buona fattura i pannelli sbalzati in rame posti all'interno dei riquadri ricavati nei battenti in noce dei due ingressi laterali raffiguranti episodi della Via Crucis (1961). Nel portale centrale i pannelli in rame sbalzato sono dieci e raffigurano i misteri gaudiosi e gloriosi in memoria del Concilio Vaticano II (1962). Entrambe le opere sono state compiute da due artigiani di Castelmassa, Ciorba e Pellicciari.
L'ordine superiore è suddiviso in tre riquadri rettangolari da quattro lesene d'ordine tuscanico. Nel settore centrale è posta un'apertura circolare con ghiera in mattoni a vista che ha sostituito nel 1933 una preesistente finestra rettangolare di grandi dimensioni; sui laterali due nicchie con le statue marmoree dedicate alla Beata Vergine con il Bambino e a S. Benedetto Abate. Strette volute raccordano armoniosamente i due campi e pinnacoli in muratura campeggiano sulle estremità superiori.
Prima dei lavori di restauro del 1933 la facciata risultava interamente intonacata; oggi invece appare con il paramento murario in mattoni a vista e solo alcune parti sono celate dalla tinteggiatura.
Il motivo delle grandi arcate a tutto sesto in rilievo è ripreso anche sul fianco della facciata. In alto nella fascia sottogronda sono ancora visibili le decorazioni pittoriche rappresentanti gli emblemi dell'Ordine Olivetano. Per segnalare la posizione della cappella del Bagno anche su questo lato del complesso abbaziale, il Baccari nel 1819 decise di collocare un nuovo e monumentale portale lapìdeo allineato con il suo accesso. Adornano il portale paraste impreziosite da bassorilievi simbolici, allegorie e geroglifici in stile lombardo quattrocentesco, similari agli stipiti dell'ingresso della Cappella del Bagno. Nel timpano del frontone è posto il busto in pietra tenera del Padre Eterno in atto benedicente, già presente nella facciata dell'antico capitello cinquecentesco (1509).
Il fronte si articola su due ordini separati da una cornice marcapiano aggettante sulla quale è leggibile l'iscrizione«INDULGENZA PLENARIA QUOTIDIANA PERPETUA E MOLTISSIME ALTRE PER LI VIVI E PER LI MORTI». A coronamento della sommità un frontone triangolare classico raccordato all'ordine superiore da un'altra cornice marcapiano contente l'iscrizione «NATIVITAS TUA MARIA GAUDIUM ANUNTIAVIT UNIVERSO MUNDO».
Lesene d'ordine tuscanico scandiscono lo spazio in senso verticale. L'ordine inferiore è ritmato in cinque campate delimitate da sei lesene che poggiano su un alto stilobate in marmo rosso di Verona. A definizione delle campate, con esclusione della centrale, grandi arcate a tutto sesto in rilievo e impostate su basamento di marmo rosso di Verona.
Il portale d'ingresso è decorato da una cornice a diverse modanature e timpano triangolare superiore sostenuto da due mensole. Nel fregio marmoreo della trabeazione che sorregge il frontone un'iscrizione commemora la figura di Vincenzo Malmignati, commissario per l'erezione della Basilica mariana. Fu lo stesso Malmignati a ordinare la costruzione a sue spese del portale in pietra, la cui generosità venne ricordata anche dall'epigrafe.
Sopra, una lapide marmorea commemora la consacrazione del sacro tempio svoltasi con solenne celebrazione il 23 settembre 1584 dal vescovo Canani. Ai lati dell'ingresso principale, in corrispondenza delle navate laterali, due porte con cornice sagomata e architrave superiore sorretta da doppie mensole. Di buona fattura i pannelli sbalzati in rame posti all'interno dei riquadri ricavati nei battenti in noce dei due ingressi laterali raffiguranti episodi della Via Crucis (1961). Nel portale centrale i pannelli in rame sbalzato sono dieci e raffigurano i misteri gaudiosi e gloriosi in memoria del Concilio Vaticano II (1962). Entrambe le opere sono state compiute da due artigiani di Castelmassa, Ciorba e Pellicciari.
L'ordine superiore è suddiviso in tre riquadri rettangolari da quattro lesene d'ordine tuscanico. Nel settore centrale è posta un'apertura circolare con ghiera in mattoni a vista che ha sostituito nel 1933 una preesistente finestra rettangolare di grandi dimensioni; sui laterali due nicchie con le statue marmoree dedicate alla Beata Vergine con il Bambino e a S. Benedetto Abate. Strette volute raccordano armoniosamente i due campi e pinnacoli in muratura campeggiano sulle estremità superiori.
Prima dei lavori di restauro del 1933 la facciata risultava interamente intonacata; oggi invece appare con il paramento murario in mattoni a vista e solo alcune parti sono celate dalla tinteggiatura.
Il motivo delle grandi arcate a tutto sesto in rilievo è ripreso anche sul fianco della facciata. In alto nella fascia sottogronda sono ancora visibili le decorazioni pittoriche rappresentanti gli emblemi dell'Ordine Olivetano. Per segnalare la posizione della cappella del Bagno anche su questo lato del complesso abbaziale, il Baccari nel 1819 decise di collocare un nuovo e monumentale portale lapìdeo allineato con il suo accesso. Adornano il portale paraste impreziosite da bassorilievi simbolici, allegorie e geroglifici in stile lombardo quattrocentesco, similari agli stipiti dell'ingresso della Cappella del Bagno. Nel timpano del frontone è posto il busto in pietra tenera del Padre Eterno in atto benedicente, già presente nella facciata dell'antico capitello cinquecentesco (1509).